Il punto di pareggio, detto in gergo break even point, determina la quantità di fatturato necessaria a raggiungere il pareggio di esercizio.
Questa attività permette di ottenere due informazioni preziose per l’azienda: l’obiettivo annuo in termini di fatturato e l’obiettivo minimo di marginalità da raggiungere per ogni commessa acquisita.
Una misurazione costante e del valore della produzione e del margine di contribuzione consuntivo di ogni commessa rendono semplice ed immediato il controllo essenziale delle dinamiche economiche della tua azienda.
Come si calcola il punto di pareggio
Il punto di pareggio rappresenta lo strumento per determinare l’obiettivo minimo di marginalità da raggiungere in ogni contratto acquisto per le imprese che lavorano a commessa.
Calcolare il punto di pareggio è relativamente semplice. Occorre partire da un conto economico di dettaglio e suddividere i costi in diretti e indiretti. Significa individuare la tipologia di costi di pertinenza esclusiva della produzione (diretti) e quelli che invece non lo sono (indiretti).
Per esempio l’acquisto di materie prime, i costi per le prestazioni di terzi per subappalti sono costi diretti. L’affitto della sede amministrativa e gli oneri tributari sono invece costi indiretti. E’ anche opportuno dividere i costi del personale fra quelli sostenuti per la produzione e quelli relativi al personale di sede.
Grazie a questa suddivisione è possibile ottenere un sintetico conto economico riclassificato che evidenzia il margine di contribuzione aziendale. Si tratta della differenza fra i ricavi e i costi diretti di produzione. In pratica identifica la somma a disposizione per “coprire” i costi della struttura di sede.
Il margine di contribuzione aziendale è la somma di tutti i margini delle commesse eseguite nel periodo.
Conoscendo il valore dei costi della struttura di sede e conoscendo l’incidenza percentuale del margine sul valore della produzione è possibile determinare il fatturato di pareggio, e quindi il punto di pareggio.
Roberto Crepaldi
